Starete di certo pensando al tipico pane di Milano e invece no, questa è la ricetta di piccole brioche sofficissime preparate senza latte: le Michette di Dolceacqua. Uno dei prodotti tipici di Dolceacqua che ha alle spalle una storia molto triste; se siete interessati ad un breve racconto alla fine dell’articolo troverete un breve riassunto della loro storia. Le michette dolci sono un qualcosa di straordinario, creano letteralmente dipendenza grazie alla loro bontà.
Il 16 Agosto nel borgo di Dolceacqua in provincia di Imperia si festeggia la “Festa della Michetta” che rappresenta la liberazione delle donne. Le Michette sono il dolce simbolo che le rappresenta appieno; queste piccole brioche soffici come batuffoli di cotone, hanno un sapore delicato e sono così piccole che una tira l’altra, un gusto che a me ha ricordato molto le brioche all’acqua. Per altre tipologie di brioche fatte in casa (clicca qui).
Ricetta Michette di Dolceacqua
Le Michette Dolci
Ingredienti
- 200 gr Farina Manitoba
- 150 gr Farina 0
- 8 gr Lievito di birra fresco
- 80 gr Zucchero
- 130 ml Acqua
- 1 Uovo medio
- 1 Tuorlo
- 80 gr Burro morbido
- 20 gr Olio EVO
- 1 cucchiaino Miele d’acacia
- 1 cucchiaino Sale
Come fare le Michette dolci
- Per la preparazione delle Michette per prima cosa tirare dal frigo il burro e lasciarlo ammorbidire. Nella ciotola della planetaria munita di gancio a uncino unire le due farine, il lievito sbriciolato e azionare la macchina a bassa velocità . Col gancio in movimento unire lo zucchero e lasciar mescolare.
- Unire tutta l’acqua e far impastare, il tutto vi sembrerà molto slegato, abbiate fiducia e pazienza poi vedrete che risultato. Unire l’uovo intero e farlo incorporare del tutto poi aumentare la velocità della macchina, unire il tuorlo e incorporare anch’esso.
- Quando l'impasto delle Michette comincerà a prendere corpo unire a tocchetti il burro ormai ammorbidito poco per volta. Quando anche il burro sarà assorbito dal composto aggiungere l'olio e il miele e continuare ad impastare. Ad assorbimento completo aggiungere il sale e lavorare ancora.
- La lavorazione dell'impasto durerà circa 20-25 minuti a velocità media, il risultato sarà quello di un composto per niente appiccicoso, liscio ed elastico. Ungetevi leggermente le mani (mi raccomando niente farina) e dare all'impasto la classica forma a sfera. Trasferire in una terrina, coprire con una cuffietta e porre tutta la notte in frigo.
- Il Giorno seguente tirar fuori dal frigo e far lievitare fino al raddoppio. Trascorso il tempo, quando il composto risulterà bello gonfio, trasferirlo su un piano da lavoro SENZA farina.
- Staccare dei pezzetti e da ognuno ricavare una pallina della grandezza di una piccola noce, in tutto verranno fuori circa 30 pezzi. Disporli su una teglia rivestita da carta forno nella forma che desiderate io le ho disposte in file di 3 palline attaccate come da tradizione.
- Lasciar lievitare per circa 30 minuti poi spennellare con del latte (o acqua) e cuocere in forno statico preriscaldato a 200° per circa 10 minuti. Intanto che le Michette sono in cottura in una terrina versare dello zucchero semolato e preparare altro latte (o acqua) per spennellare.
- Sfornare e spennellare le vostre Michette con poco latte (o acqua) giusto per inumidirle leggermente, capovolgere e affondare nello zucchero poi lasciarle raffreddare su una gratella. Le vostre piccole Michette di Dolceacqua sono pronte per essere gustate.
Consigli e Conservazione
- Le Michette di Dolceacqua restano soffici per diversi giorni anche se vi assicuro che finiscono in un baleno.
Storia delle Michette di Dolceacqua
Si narra che nel 1300 il paese era governato dal crudele Marchese Doria, per suo volere ogni giovane sposa, la prima notte di nozze doveva giacere con colui che era sovrano. La giovane Lucrezia si era sposata in segreto per sfuggire a questo assurdo editto; Doria lo scoprì e la fece rapire e contro il proprio volere la giovane fu portata al castello. Lucrezia combattè con tutte le sue forze, rifiutandosi in ogni modo, addirittura cercò di lanciasi da una finestra del castello. Allora Doria la fece rinchiudere nelle segrete del castello credendo che la giovane si sarebbe arresa al suo volere, ma non fu cosi. Pur di non concedersi si lasciò morire di fame e di sete. Il giovane marito, in preda al dolore, riuscì ad entrare al castello e di notte raggiunse la stanza del Marchese; puntandogli un coltello alla gola lo costrinse ad abolire l’editto.
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